giovedì 24 ottobre 2013

Ricordi.


Sovente, mi chiedono se ricordi la mia ultima alba.
"Si", rispondo, ma non è la cosa che mi manca di più dell'eterna notte alla quale mi sono votata.
L'alba è un lucrore all'orizzionte ed un'esplosione di rosso che, poco a poco, diventa arancio, infine giallo, poi bianco.
Non mi ha mai affascinata particolarmente, ho sempre preferito le mille sfumature del tramonto: dal bianco al giallo, dal giallo all'arancio, dall'arancio al rosso e dal rosso a tutte le sfumature del blu e del viola, ma non è nemmeno il ricordo del tramonto che mi tormenta, no.
Quello di cui sento veramente la mancanza sono i colori: i verdi vibranti dei prati e dei boschi, nelle loro mille sfumature, l'azzurro del cielo, a volte cupo, a volte luminoso, turchese se guardato fra il rosso, il ruggine e il giallo di una foresta in autunno. Mi manca l'oro dei campi di grano, i mille colori dei fiori, le sfumature della pelle di chi incontravo, le tonalità cupe o sgargianti degli abiti.
I colori, ora, li ricordo e basta, non li vedo più davvero perchè, alla luce della luna o nella tremolante luce di una torcia essi sono spenti, un po' tutti uguali, sfocati ed indefiniti.
E mi mancano gli odori. L'odore del pane appena sfornato, dei fiori, del prato dopo la pioggia, il profumo delle persone, quello della frutta, dell'incenso, delle torte o della carne cotta. Mi manca anche la puzza. Mi manca l'odore della vita perchè ora, l'unico odore che distinguo chiaramente è quello del sangue, delle sue mille vibranti sfumature ma tutto il resto non lo annuso più, non sento più i particolari, non sento più nulla, quasi.
Mi mancano anche i suoni, sapete? Dal cinguettio degli uccellini al frinire delle mille cicale nelle calde giornate d'estate, dal vocio della piazza a mezzogiorno al finto silenzio di un bosco, all'ombra di alberi frondosi mentre scoiattoli e altri piccoli animali corrono qua e là nella loro operosa esistenza.
Gli animali non li sento quasi più. eccetto qualche gufo notturno che bubola nella notte. Gli animali hanno paura di me, mi evitano, e gli unici luoghi affollati di notte che posso frequentare non hanno lo stesso suono che avrebbero di giorno.
La notte è silenziosa, priva di colori e di odori.
A volte, lo ammetto, alla parte umana che mi è rimasta mancano anche i sapori, il calore, l'amore, quello fisico, quello che fa sudare ed ansimare e ridere, ridere senza una vera ragione ma che scalda il cuore... forse mi manca anche il mio cuore ma cerco di non pensarci troppo, in fondo ho scelto il mio destino, non mi è stato imposto e ho potuto assaporare il mio ultimo giorno di respiro appieno, nutrendomi e abbevandomi di ogni particolare, di ogni suono, di ogni odore, di ogni colore per portarli con me nella notte eterna, così monocromatica, silenziosa e profumata di sangue.

Nessun commento:

Posta un commento